Secondo un lancio Ansa, Amnesty International chiede a Juventus e Milan di boicottare la finale di Supercoppa che si dovrebbe svolgere in Arabia Saudita.
Questa è l’ennesima dimostrazione che quando il calcio – e gli altri sport – raggiungono un livello tale da influenzare interessi economici e/o influenzare l’opinione pubblica diventano “armi” che fanno parte a pieno titolo dell’arsenale della diplomazia ufficiale e delle strategie dell’attivismo politico.Se invece della Supercoppa di calcio l’evento saudita fosse stato – poniamo – il campionato mondiale di curling o di badminton molto probabilmente nessuno si sarebbe preso la briga di invocarne il boicottaggio.
Cosa significa tutto questo? Semplicemente, un’altro chiodo sulla bara del messaggio di fratellanza che sta alla base del movimento olimpico, e l’esposizione dell’ipocrisia che ruota attorno al mondo dello sport. Dove siamo tutti fratelli, ma fino a un certo punto, e dove i “rapporti di parentela” cambiano in funzione degli interessi politici.
A riprova: nessuno – nemmeno Amnesty International – ha speso una parola per chiedere boicottaggi sportivi contro l’Egitto e contro il Regno Unito per la morte di Giulio Regeni.