Repubblica.it, a commento di un video che riprende un calcio di rigore durante una partita, stabilisce un’associazione indebita fra la velocità di un centometrista e quella di un calciatore che lo batte.
Calciare un rigore non significa precipitarsi come un muflone sulla palla e colpirla pur che sia. E’ innanzi tutto una schermaglia psicologica con il portiere che deve essere messo in condizione di non capire direzione e traiettoria della palla. Siccome l’azione batte sempre la reazione, per poter parare è necessario che il portiere capisca il più presto possibile dove andrà la palla. E dunque anche il prolungamento dell’attesa gioca il suo ruolo perché contribuisce al crollo dell’attenzione del portiere.
Ma, forse, il giornalista di Repubblica non ha mai giocato a pallone e corso 100 metri su una pista.
Quindi è normale che non sappia cosa ha scritto.